Era ricoverato da tempo all'ospedale di Reykjavik per un profondo stato di paranoia. Celeberrimo l'incontro per il titolo mondiale del 1972, quando sconfitte il russo Spassky
REYKJAVIK - L'ex campione del mondo di scacchi, lo statunitense Bobby Fischer, è deceduto oggi. A riferirlo è stata la stazione radio islandese, RUV, di Reykjavik. Fisher, 64 anni, unico campione del mondo americano nella storia degli scacchi, viveva in Islanda dal 2005.
L'ex campione era ricoverato dallo scorso novembre presso il Landspitali, ospedale dell'Università di Reykjavik. Proprio in questa città, nel 1972, Bobby vinse il titolo mondiale nel 'match del secolo' contro il russo Spassky.
Nel 2005 gli venne conferita la nazionalità islandese dopo aver passato nove mesi in una prigione in Giappone.
Recentemente un giornalista del quotidiano argentino 'Pagina/12' si era recato a Reykjavik, dove viveva Fisher, e aveva parlato con i suoi vicini. Uno di questi aveva spiegato che Fisher si trovava ricoverato in ospedale dove era stato sottoposto a diversi esami che non avevano ancora determinato le cause del profondo stato di paranoia.
"E' molto più che paranoico - aveva detto un altro vicino di casa -, anche se la cosa non sembra particolarmente grave. La moglie giapponese, Minoko Watai, va ogni giorno a trovarlo, nella speranza che gli esami diano qualche risposta sulla sua malattia".
Fisher negli ultimi anni aveva accusato Cia e Fbi di complottare ai suoi danni per riportarlo negli Usa, dove su di lui pendeva un ordine di cattura per aver violato l'embargo sull'ex Jugoslavia nel 1992, quando sfidò Spassky per una rivincita del famoso incrontro mondiale del '72.