Due anni di attesa, in alcuni campi, possono essere davvero pochissimi ma nel mondo dei videogames, alle volte risultano una vera eternità.
Mass Effect 2 ad opera dei Bioware (casa di sviluppo che ormai non ha bisogno di presentazioni),
è uno di quei giochi che si attendono quasi con l’acqua alla gola e dove ogni informazione trapelata dalle innumerevoli voci di corridoio della rete, sembra diventare una sorta di Santo Gral delle anticipazioni. Fra pochi giorni, il gioco sarà reso disponibile nei negozi di tutto il mondo e milioni di fan potranno rivivere le gesta del Comandante Shepard:
noi di games.it ovviamente viaggiamo anche nel tempo e nello spazio e abbiamo giocato al titolo prima di molti altri, solamente per recensire uno dei giochi più belli del nuovo anno.
LO DAVANO PER MORTO
Shepard è morto.
Queste sono state le prime fonti ufficiali da parte di Bioware.
Ma, come spesso succede, la verità risulta vicina ma anche lontana da quello che le voci vogliono farci credere: effettivamente, la storia alla base di ME2 parte con la totale distruzione della Normandy, la fine di Shepard che viene catapultato nello spazio e tutta la sua squadra dispersa in vari mondi dell’Universo.
Questo e solo questo.
Due anni dopo ci si risveglia, si aprono gli occhi e si scopre che tanto morti non eravamo o, almeno, lo siamo stati ma ora siamo tornati dal regno oscuro.
Come sia possibile tutto ciò non è un mistero e nella prima mezz’ora del gioco, scopriremo che siamo stati salvati da dei vecchi nemici già incontrati nel primo capitolo (non vi dico nulla, in parte, per non rovinare la sorpresa).
Dunque siamo vivi e per di più, scopriamo da subito che siamo stati potenziati (la famosa cicatrice che si vedeva nei primi filmati di presentazione circolati su internet, poteva far supporre una cosa simile)…in che modo e in che misura, ancora ci sfugge ma man mano che la storia prende forma, avremo modo di testare dei poteri davvero incredibili.
Altra cosa davvero pazzesca, sarà il fatto che il gioco non ci rimette da subito nei panni del Comandante Shepard cosi come lo conoscevamo nel primo capitolo, non saremo membri dell’Alleanza ma dei semplici “burattini” gestiti da uno oscuro individuo chiamato “l’uomo misterioso”. Del suo passato, nessuno sa nulla ma nel suo futuro si vede gloria e voglia di scoprire l’intricato mistero che il gioco ci pone davanti.
Se nel primo ME dovevamo combattere contro i Razziatori, qui ce la dovremo vedere con una razza forse anche più pericolosa e tecnologicamente avanzata, chiamata i Collettori: insetti senzienti che hanno rapito e distrutto svariate colonie umane. Starà a noi, prendere il controllo del nuovo Shepard, accantonare per un attimo milioni di domande per formare una nuova squadra che si occupi della distruzione di questa micidiale nuova razza di dominatori.
Attenzione, si parla di nuova squadra ma nel corso del gioco, riusciremo ad entrare in contatto anche dei vecchi compagni di squadra dell’Alleanza.
EFFETTO MASSIMO
Taglio subito la testa al toro e vi dico che questo ME2 è un vero capolavoro video ludico che prende a piene mani da tutto quello che già era perfetto nel primo capitolo, alzando ulteriormente il tiro in tutte quelle cose che invece erano scarse e cerca di migliorarsi, riuscendoci, a sua volta.
Non per nulla, la vera novità di questo seguito è composta da una serie di missioni secondarie, dannatamente divertenti e varie come invece, nel primo gioco, risultavano piatte e troppo ripetitive. Non solo avremo modo di esplorare una galassia mai stata cosi viva e varia (roba da far impallidire Star Wars) ma ci immergeremo in una serie di sotto quest che andranno ad arricchire ulteriormente il background generale di tutto il gioco.
Fra l’altro, ogni situazione che ci si presenti, nasconderà una scelta morale che Shepard e compagnia bella, proprio non potranno scansare e che andrà a sottolineare ancora una volta il lato altruista o cinico di noi stessi, burattinai di un personaggio davvero eccellente. Ovviamente, sempre come il primo episodio,
anche qui le varie discussioni porteranno ad alternative che sbloccheranno dinamicamente una o più situazioni di gioco ma non solo, intervenire con un lato cattivo o con quello buono ci porterà a risolvere più o meno degnamente una missione.
Altra questione delle missioni davvero importante è mutata rispetto al primo capitolo è che se il giocatore si è lasciato indietro svariate quest secondarie,
alla fine del gioco potrà continuare a giocare per chiudere ogni dettaglio di ME2…ebbene si, avete capito bene: nel primo capitolo alla fine si chiudeva la storia e il gioco, qui potremo continuare a vagare per la galassia, scoprendo innumerevoli pianeti e personaggi. Davvero un ottima scelta da parte di Bioware che con questa mossa si aggiudica una grossa fetta di giocatori che magari vogliono godersi da subito la trama principale per poi lasciare le missioni secondarie come contorno.
Altre innovazioni riguardano il gameplay degli scontri, l’uso delle armi e l'ampliamento dell’equipaggiamento principale.
Shepard e soci non potranno acquisire nuove armi solo con i semplici soldi trovati in giro per le missioni ma avranno bisogno di materie prime per sviluppare nuove tecnologie. Queste materie si dovranno cercare su ogni pianeta esplorato (tramite l'uso ddi alcune sonde apposite).
Detto questo, capirete come per diventare più forti, non basterà uccidere tutto quello che si muove a schermo (per salire di livello)
ma dovremo approfondire anche la crescita di livello di armi e armature – che in questo ME2 non sono mai state cosi varie e stupendamente realizzate ma, del piano grafico, ne discuteremo fra pochissimo. Altro fattore che viene preso dal primo capitolo e ampliato è la scelta della specializzazione di Shepard, ora potremo distinguerci in ben sei classi differenti. A loro volta, queste classi, potranno comprendere l’uso della specializzazione per le armi da fuoco leggere e pesanti, una per quanto riguarda i poteri biotici (di cui alcuni davvero devastanti) e l’ultima dedicata alla tecnologia che ci permetterà di controllare direttamente robot o altre forme di intelligenza artificiale.
Per finire sul piano di vista distruttivo, segnalo come le armi siano diventate una vera e propria classe da prendere in singolo, mai come in questo gioco ho potuto vedere tanta varietà di potenza di fuoco e di genere: pistole, mitragliatrici al plasma, lanciagranate, fucili ad energia, lanciamissili, bombe a contatto, fucili esplosivi o a raggio, cannoni ad energia e via di questo passo, impossibile catalogarli tutti, la varietà è davvero eccellente e ogni arma ha il suo effetto.
Ovviamente, per ogni buono scontro andato a segno, non basta avere le armi migliori della galassia ed ecco che entra in gioco una delle altre novità per ME2. Se nel primo capitolo gli scontri alle volte risultavano troppo sconclusionati, in questo secondo episodio si potranno affrontare i nemici riparandoci appositamente praticamente ovunque.
Il gioco non è diventato una sorta di Gears of War ma poco ci mancava: non dobbiamo dunque ragionare solamente sulla potenza di fuoco ma fare il pieno affidamento dei compagni, gestibili sia dalla barra di azione posta in basso nello schermo che dalla nuova barra in alto che ci permetterà di scegliere con un click il potere da usare o l’azione da effettuare. Fidatevi quando vi dico che gli scontri, ora come ora, sono emozionanti come non mai e anche il recupero della salute alla GoW per intenderci, risulta più intuitivo che mai.
I giocatori più smaliziati forse non gradiranno troppo questa conversione più action del gioco ma, il risultato generale, rimane comunque eccellente. Cosi come eccellenti restano i comandi del gioco, tutto risulta a portata di dito con i classici “WASD” per muovere Shepard, “Q e E” per muovere i compagni e mandarli in una determinata posizione di copertura, “R” per ricaricare l’arma e il mouse per controllare la vista e fare fuoco.
Intuitivo e semplice, cosi come il fatto che per richiamare la “barra tattica”, basterà spingere e tenere premuto lo “shift” di sinistra che si può tranquillamente gestire con il mignolo della mano sinistra. Per quanto possa sembrare assurdo, ho provato a giocare a ME2 con il pad e il risultato è meno preciso di mouse e tastiera che restano davvero consigliati come periferica di controllo.
UN FILM SCI-FI IN COMPUTER GRAPHICA
Veniamo ora all’aspetto più tecnico del gioco, la parte visiva.
Le immagini a corredo dell’articolo parlano chiaro,
ME2 è un autentico capolavoro, un film di fantascienza a tutti gli effetti, dove la controparte visiva è stata curata in ogni dettaglio. Nulla, ripeto nulla del gioco risulta fuori posto o sbavato. Potrei fermarmi qui ma voglio elevare il prodotto al massimo livello, sia per quanto riguarda le
situazioni dal taglio fortemente cinematografico che un ottimo uso dell’illuminazione generale. Ancora, si rimane stupefatti dall’enorme quantità di dettagli che assumono non sole le armi, le corazze o i vari personaggi ma anche le scenografie in cui si svolgeranno le missioni. Mai vista tanta bellezza grafica tutta insieme e vi giuro che
erano anni che non mi prendevo una pausa in un gioco, solamente per ammirare ogni dettaglio che si muove su schermo.
Dal piano visivo a quello audio, il passo e breve ma anche in questo caso non posso che complimentarmi con gli sviluppatori.
Ogni sequenza del gioco è curata sotto ogni dettaglio audio, dalle voci in sottofondo a quelle puramente dedicate alla colonna sonora principale. Armi e personaggi vivono di vita propria grazie ai suoni che emettono (fra cui segnalo un labbiale praticamente mai senza sbavature,
il tutto tradotto nella nostra lingua madre). Insomma, ME2 va oltre le mie più sincere aspettative e, forse per colpa di tutta questa bontà visiva, mi chiedo amaramente come potrà essere il terzo capitolo (e ultimo, essendo una trilogia) di un gioco che già ora mostra i muscoli in ogni dettaglio.
Ma, alcuni di voi si staranno chiedendo una cosa importantissima,
è dunque il gioco perfetto? Ebbene no, anche se gli si avvicina davvero tanto.
Purtroppo anche ME2 non è esente da qualche errore grossolano come la sparizione di qualche texture, un diftering troppo evidente nelle ombre oppure una fastidiosa compenetrazione di poligoni in qualche scena (per non parlare di alcuni personaggi che nei filmati, appaiono e scompaiono misteriosamente). Peccati di gioventù, potremo dire cosi se non fosse che dietro si nasconde il nome di Bioware, gente che i giochi oltre che pensarli, li sa anche programmare dannatamente bene.
E allora facciamo passare questi piccoli errori perché quello che ne resta è un gigante fatto di emozioni e divertimento.