- Ad agosto fa un caldo tremendo. Se c'è il sole rischiate l'insolazione. Se non c'è il tasso di umidità è del 100%. Se piove lo fa con acquazzoni improvvisi e devastanti che vi lasceranno fradici (se non avete avuto l'accortezza di portarvi qualcosa per ripararvi). In compenso appena smesso di piovere uscirà il sole e il tasso di umidità passerà al 120%.
- I cambogiani non sudano. Anzi, in giornate in cui voi in tshirt state dando nuovi significati all'espressione "ascella pezzata" ne incontrerete che indossano felpe, guantini e persino giubbini con cappuccio con il bordo di pelo alzato.
Questo oltre a stupire vi asporrà a brutte figure se dovrete salutare stringendosi la mano (la vostra sarà tristemente umidiccia). Adattatevi allo stile locale e salutate con le mani giunte davanti al viso che è meglio.
- Quando qualcuno vi porge una cosa con una mano mentre l'altra è appoggiata al petto non è che hanno dolori intercostali: vi stanno trattando con particolare rispetto e cortesia. Quindi fate qualli che sanno comportarsi e prendete la cosa offertavi con entrambe le mani.
- L'80% della popolazione locale gira con le ciabatte infradito. Uomini, donne, bambini, monaci, operai, contadini, poliziotti (giusto qualche manager e i militari portano scarpe).
Adattatevi. Altrimenti potreste scoprire che se al primo acquazzone vi si bagnano le scarpe (e le strade in città si allagano facilmente) potrete rimetterle nello zaino che tanto non si asciugheranno prima di tornare in Italia.
Certo c'è anche da dire che la cosa migliore quando si allagano le strade è starsene in un posto riparato e all'asciutto chè la brodaglia di acqua e pattume che si crea ha l'aria di potervi far guadagnare un set completo di malattie della pelle.
- Il traffico cittadino è formato per il 70% da motorini e tuktuk (un carretto a quattro posti trainato da una moto: di fatto gli unici taxi esistenti). C'è poi un 5% di camion, furgoni e bus, un 10% di suv e pickup e un 15% di auto.
Salvo una manciata di utilitarie e una decina di auto europee di lusso (popolate da individui inquietanti con i quali non litigherei neppure per una cospiqua somma di denaro) le auto sono TUTTE Toyota Camry.
In città il rispetto delle norme del codice è nullo (un codice esiste ma serve solo a dare le multe ai turisti che decidono di girare in moto). Nella capitale ci saranno dieci semafori in tutto. Per il resto si passa quando si riesce, infilandosi nei varchi, sorpassando da entrambi i lati e andando spesso anche tranquillamente in contromano fin quando non si riesce ad attraversare e riprendere la propria corsia di marcia.
La cosa incredibile è che non si tamponano mai (ne ho visti un paio in tre settimane). Il segreto è che il traffico è talmente incasinato che non si va mai a più di 20 - 30 all'ora e con un po' di allenamento riescono sempre ad evitarsi (la prova che è che invece la notte, quando non c'è tanta gente in giro e corrono di più ci sono una marea di incidenti).
- A causa di quanto detto prima, attraversare la strada appena arrivati è un'esperienza mistica. La regola è fare sempre passare i mezzi a quattro ruote che, salvo che voi non siate in gruppo numeroso, non si fermeranno mai per farvi passare. Quanto ai motorini, voi attraversate a passo lento ma costante, ci penseranno loro ad evitarvi, spesso di pochi centimetri, ma vi eviteranno.
- In una situazione del genere l'italiano medio guiderebbe costantemente con una mano sola, mentre l'altra è impegnata ad accompagnare con veemenza gli insulti a chi taglia la strada, sorpassa, non fa passare. I cambogiani sono invece di una calma olimpica. In tre settimane ho sentito solo un tizio rimproverare, ma quasi bonariamente, un motorino che aveva cercato di violare alcune leggi della fisica per inserirsi nel flusso del traffico.
- Gli autisti di tuktuk nelle città sono instancabili nella loro ricerca di clienti tanto che la cosa che più noterete abbandonandole è il non sentire più l'incessante domanda "Tuktuk sir?". Di fatto l'unico metodo per non sentirsi fare la domanda è trovarsi già a bordo di un tuktuk (ma attenzione, appena scesi ricominceranno a proporsi).
Il fenomeno è tale che in alcune bancarelle è in vendita la tshirt "No tuktuk thank tou. Today and tomorrow".
- Mentre aspettano i cambogiani giocano a scacchi.
In alternativa, se sono in un bar, ristorante o altro negozio dotato di televisione (spesso almeno due e sintonizzate su canali diversi) guardano orrende telenovele asiatiche. Se queste ultime sono straniere, sono sottotitolate, ma i sottotitoli possono essere in una lingua qualsiasi. Questo fa pensare che persino le emittenti televisive utilizzino i DVD tarocchi in vendita in ogni mercato.
- La musica pop cambogiana è imprintata a standard rigidissimi. Parte un'intro musicale dei generi più vari (rock, elettronica, metal, simil country) dopo di che la musica si trasforma SEMPRE in una ballatona sul genere neomelodico napoletano che racconta una storia tristissima. Piacciono molto anche i video (pensati per il karaoke) che mettono in scena la triste storia raccnatata dal testo della canzone.
Quando dico che sono tristi intendo proprio una serie di sfighe epocali. Il video di uno dei maggiori successi vede due giovini che si innamorano. Lui la aiuta a costruire il suo ristorantino. Lei per festeggiare gli prepara un pranzetto con tanto di (orrenda) torta. Ma, attenzione che viene il dramma, lui è in ritardo, Non arriva da lei che, evidentemente sapendo come girano le cose in questi video, è molto preoccupata. Tanto da uscire per strada e mettersi alla ricerca dell'amato dimenticando però una pentola sul gas. Ovviamente lui arriverà nel ristorantino giusto in tempo perchè la pentola sul fuoco invece di fare come tutte le pentole del mondo che bruciano il loro contenuto diventando inutilizzabili, causi invece un'esplosione dell'intera cucina degna di Mission Impossible.
Altrettanto ovviamente lei sta ritornando e vede l'esplosiano lanciando urla disperate, mentre lui, orrendamente ustionato, ma apparentemente ancora vivo, viene portato via dall'ambulanza. Titolo della canzone: I'm sorry (lo trovate su Youtube se vi ci siete appassionati).
- Evitate di salutare i cambogiani con in "Ciao". La pronuncia è la medesima della parola in lingua locale che significa "ladro". Quindi, nel migliore dei casi lo starete offendendo. Nel peggiore la gente vicina pensarà che vi ha derubato e potrebbe anche decidere di intervenire riempiendolo di mazzate prima che poi possiate capirne il motivo.
Si, i cambogiani sono molto sensibili al tema dei furti, anche se poi nella pratica le cose sono più complicate. E' quasi impossibile che vi rubino qualcosa in albergo, ma i tentativi di scippo nella capitale sono abbastanza frequenti, soprattutto se ci si mette a girare (come dei cretini) in capitale la sera tardi in strade senza illuminazione (si, il cretino sono io, ma gli scippatori erano due sfigati che non solo hanno fallito, ma stavano pure per cadere dal motorino).
- La Cambogia è, almeno per quanto ne so, l'unica monarchia il cui re in carica è gay dichiarato.
- Come molti altri orientali, anche i cambogiani hanno la tendenza a non volervi mai dire di no (lo retengono maleducato). Quindi quando prendete un taxi o noleggiate un minibus con autista partite dal presupposto che potrebbe anche non sapere la strada per condurvi a destinazione (e comunque anche se voi gli chiedeste se la sa, la risposta sarebbe invariabilmente "si", salvo trasformarsi in un imbarazzato "forse" quando sarà chiaro che vi siete persi).
- Quanto detto sopra fa sì anche che se malauguratamente in un ristorante ordinate qualcosa i cui ingredienti sono finiti non ve lo diranno invitandovi a scegliere altro, ma prenderanno l'ordinazione salvo poi andare a cercare quello che gli serve al mercato o nei ristoranti vicini.
- Comunque, anche se hanno tutto il necessario, tenete conto che da quando ordinate a quando inizierete a mangiare passeranno tra i venti minuti (se siete gli unici nel ristorante) a un'ora (se prima di voi ha ordinato una decina di altre persone). La regola aurea delle cucine è infatti che non si preparano MAI oiù di due piatti per volta. Anche se andate in venti e ordinate la stessa cosa, prepareranno ugualmente due porzioni alla volta.
- Può capitarvi che il guardiaparco che vi sta portando in giro sulla barca "perchè il fiume/mare bisogna conoscerlo bene" mandi la barca il secca a 100 metri dalla riva giustificandosi così: "Eh, c'è bassa marea" - "Ma c'è ogni giorno la bassa marea!" - "Si, ma in effetti c'è un varco nel banco di sabbia che arriva a terra" - "E quindi per trovarlo invece di rallentare e cercarlo con la pertica che hai a bordo hai pensato fosse un'idea intelligente lanciarsi con il motore al massimo sperando di centrarlo a occhio?" - "Eh..." - "E quindi?" -"E quindi dovete scendere zaini in spalla e raggiungere la costa stile sbarco in Normandia".
(il dialogo è immaginario, ma i fatti sono reali).
- La scuola cambogiana di calcio (almeno per quanto riguarda i ragazzini che giocano per strada) produce i peggiori portieri della storia.
Questi si dividono in due categorie: il portiere volante ma così volante che in porta non ci sta mai (tanto che non si capisce chi è) e il portiere che sta direttamente sdraiato sulla linea di porta confidando nel fatto che i suoi avversari sappiano fare solo tiri rasoterra.
- Quando andate ai templi di Angkor se volete fare uno scherzone ai giapponesi in visita, cercate un posto "classico" da foto, raggiugetelo poco prima di loro e fate la fot. Quindi NON spostatevi ma mettetevi ad armeggiare con la vostra macchina fotografica. Li vedrete prima assieparsi con impazienza, poi iniziare a spazientirsi (hanno tempi contingentati, ma non la maledicazione o le palle per farvi sloggiare). Infine ne noterete alcuni che cominciano a dare di matto: sudore esagerato, tic nervosi, continuo spostamento del peso da una gamba all'altra. A questo punto a voi la scelta se accontentarvi e andarvene o aspettare di vedere a che punto scattano le convulsioni.
Credo che possa applicarsi a qualunque sito turistico frequentato da giapponesi, ma io l'ho sperimentato, peraltro involontariamente (almeno all'inizio), qui.
Attenzione però a nonsbagliare nazionalità. Se non sono giapponesi ma cinesi, verrete inglobati e calpestati dalla massa zerg.
- Si può fare il monaco buddista anche solo per un limitato periodo di tempo (un'annetto ad esempio), in qualsiasi momento della propria vita e poi tornare a fare quello che si faceva prima. Spesso viene fatto o per espiare qualche cazzata, o, spesso capita per i ragazzini, per assicurarsi un tetto e due pasti al giorno (i monaci buddisti non cenano).
- Quando scegliete l'albergo (a meno che non siate dei fighetti pieni di soldi che vanno nelle catene internazionali) state attenti a non avere troppo vicino una pagoda. Che in un primo momento potrebbe sembrarvi molto pittoresco, ma lo diventerà meno quando alle cinque verrete svegliati dal coro dei monaci che cantano i mantra della preghiera mattutina.
- La drammatica vicenda dei khmer rossi è stata assolutamente superata dai cambogiani. Non dimenticata chè anzi ci tengono molto a mantenerne il ricordo, ma di fatto capita spessissimo che due vicini di casa o colleghi di lavoro siano stati uno da una parte e uno dall'altra in quegli anni (qualsiasi cambogiano con più di 45 anni ha preso parte attiva alla vicenda) e si parlino e collaborino come se niente fosse.
- Quando vi dicono di non lasciare i sentieri battuti nelle foreste cambogiane non lo fanno perchè sono rompiballe e vi considerano degli sfigati (magari anche, ma non solo): ci sono ancora tra i 4 e i 5 milioni di mine inesplose in giro.
Sorprendente che non ce ne sia (e non ce ne sia stata) nessuna di produzione italiana (bresciana in effetti), nonostante la riconosciuta elevata qualità dei nostri modelli.
E meno male che "italiane" fanno (facevano che fortunatamente la Valsella non produce più) molti più danni.
- Le coppiette cambogiane non vanno in giro abbracciate, a braccetto o mano nella mano. Non si toccano prorpio.
Se voi vi farete beccare a fare una di queste cose desterete l'ilarità generale.